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sabato 2 luglio 2011

Confessioni con delitto...ops...cena di un ragazzo per bene.

No no no...non ci siamo! Vi confesso che ho fatto una macedonia di titoli e ho riassunto così la giornata di ieri.
Dopo le ultime 9 ore di lavoro ho iniziato ufficialmente a godermi le ferie (tecnicamente congedo parentale). I pargoli ci hanno abbandonati (senza nemmeno il minimo sindacale di nostalgia per mammina) per trasferirsi dai nonni due giorni e noi abbiamo approfittato per iscriverci alla Cena con delitto a Castel Campo. Ci siamo trovati immersi in un libro: un libro di favole dal quale è uscito il pittoresco castello, un libro giallo degno di Agatha Christie, un libro di fantascienza da cui ho tratto la mia teoria sul colpevole. Naturalmente non abbiamo vinto, ma solo perchè non c'era un premio per la soluzione del caso più fantasiosa! Gli attori hanno improvvisato interagendo con i partecipanti alla cena e sono stati fenomenali e molto molto simpatici.
Divertiti dall'esperienza vissuta ci siamo incamminati verso la macchina, al buio in mezzo al bosco, sotto un cielo che sembrava venirci incontro con miriadi di stelle. Quello screanzato di un fantasma del castello è un pantofolaio e non si è degnato di uscire dalle sue stanze per salutare la nostra partenza.
Prima di staccare il cervello ho preso in mano il mio libro per leggere le mie solite pagine acchiappasogni. Mi mancavano 50 pagine alla fine e credo di aver fatto l'una perchè non sono riuscita a staccarmi prima di arrivare all'ultima riga. 




La copertina non mi piace molto e forse non è un libro che avrei scelto in libreria senza leggerne la trama. Me lo sono trovato tra le mani per lavoro, perchè ultimamente in biblioteca stiamo seguendo molte piccole case editrici che abbiamo conosciuto alla Fiera del Libro di Torino. Questo libro parla senza ipocrisie e con semplicità della vita di un gruppo di amici gay: so che molti storceranno il naso, so che l'argomento ancora imbarazza. Io credo che siano ancora troppo pochi i libri di questo tipo: libri che mostrino da dentro quello che tanti considerano sbagliato, libri che abbassino un muro per tendere la mano a chi si ritiene portatore di verità universali, libri che senza pretese letterarie tocchino argomenti su cui spesso la gente parla solo per ironizzare. Mi sembra di conoscere il protagonista: un ragazzo che scappa dalla provincia per trovare se stesso, che sta con i piedi per terra anche se fortunatamente non sempre ci riesce, che sbaglia e risbaglia, e qualche volta corregge vivendo ogni momento con entuasiamo. Sì, mi sembra di conoscerlo. Forse lo conosco. Ma certo che lo conosco. Per fortuna lo conosco. E per lui ci sono stata, ci sono e ci sarò. E quando la cronaca parla di omofobia, quando qualcuno fa battute stereotipate, quando sento discorsi moralistici moralmente terrificanti mi sento impotente e vorrei che tutti sapessero che nessuna amica al mio fianco è sopravvissuta ai miei cambiamenti, alla mia vita, dalle medie finora. Solo un Amico, il mio Amico. Che da vent'anni mi sopporta, anche se sono felice, e che non ha un minimo di ipocrisia nel suo cuore. Grazie. A chi ha scritto il libro e a chi lo capirà. E al mio Amico, che in tanti anni ha allargato il mio sguardo...

3 commenti:

  1. Odio chi fa distinzioni di sesso, per me esistono le persone che distinguo fra belle e brutte. Buona domenica, Laura

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  2. Chi storce il naso è una brutta persona!

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  3. Quanta verità in ciò che hai scritto! Mi daresti il titolo di quel libro (ehm, ehm, non mi si apre la copertina!), hai reso in parole perfette ciò che penso anch'io, grazie!
    Castel Campo l'ho visitato poche settimane fa, ed è proprio bello. Spero di andarci presto con il mio gruppo, magari ad una cena con delitto.

    (abbiamo condiviso anche una cena a base di gnocchi boemi mercoledì scorso ... ma non eravamo vicine e ho perso l'occasione di conoscerti).

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